Nella bella chiesa di San Domenico Maggiore oltre alle importanti opere d’arte di Luca Giordano, Tino da Camaino, Cosimo Fanzago, Giovanni di Nola, Francesco Solimena, Tiziano e dipinti della scuola di Caravaggio si trova anche una sagrestia con una bellissima volta affrescata dal Solimena, la cui balconata accoglie i feretri di Alfonso d’Aragona , Ferrante, Ferrantino, e Giovanna d’Aragona nonché i resti di Antonello Petrucci, il segretario del Re Ferrante, decapitato nel 1486 per aver partecipato alla congiura dei baroni .
Ma non tutti sanno che nel suo monastero dal 1515 al 1615, ebbe anche sede l’università di Napoli dove vi insegnò teologia San Tommaso d’Aquino che in questo luogo vi alloggiò per lungo tempo in una sua oramai famosa cella dove ancora oggi troviamo conservata una preziosa tavola del 200 raffigurante un prezioso crocifisso che si dice rivolse la parola a San Tommaso in preghiera durante l’ultimo soggiorno del santo a Napoli, nel 1273. Nella stessa cella su un piccolo altarino troviamo anche un osso del santo ed un campanello che egli faceva suonare ogni volta che cominciava una lezione.
Visitare la cella dell’Aquinate è sicuramente un’esperienza straordinaria ed emozionante che permette di cogliere uno spaccato della vita solitaria e meditativa del santo che vale certamente la pena provare .